Il 21 dicembre scorso, presso il TAR dell’Emilia Romagna, si è tenuta l’udienza di merito relativa al nostro ricorso, contro la decisione della Regione ER di realizzare la seggiovia Polla – Scaffaiolo, sul Corno alle Scale, senza sottoporre il progetto a una Valutazione di Impatto Ambientale.
Abbiamo già riassunto in un altro articolo le tappe del nostro ricorso: qui ci basta ricordare che il TAR aveva respinto la nostra richiesta di sospensiva del progetto, mentre il Consiglio di Stato aveva suggerito di adottarla, rimettendo comunque il giudizio al TAR medesimo.
La nuova ordinanza è arrivata in tempi più brevi del previsto: già il 30 dicembre ci è giunta notizia che il TAR ha deciso di disporre una «verificazione» del progetto della nuova seggiovia, affidandola al Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Ferrara (o ad un suo delegato).
L’esperto dovrà valutare le questioni che sono materia del contendere tra il nostro comitato, la Regione Emilia Romagna e il comune di Lizzano, ovvero: se il nuovo impianto comporterà l’occupazione di nuove aree, se implicherà un maggiore sviluppo in altitudine e se i terreni impattati sono già fortemente antropizzati oppure ancora incontaminati.
La perizia dovrebbe essere consegnata per l’inizio della primavera: le parti avranno poi tempo fino al 15 aprile per fare le loro osservazioni e infine la nuova udienza del TAR è stata fissata per il 15 giugno.
Riteniamo che questa ordinanza sia un buon risultato, perché il giudice amministrativo ha ritenuto importante approfondire le questioni che abbiamo sollevato, imponendo di fatto uno stop di 6 mesi all’iter di realizzazione del progetto. Un tempo che cercheremo di sfruttare al meglio per convincere amministratori e cittadini che un altro Appennino è davvero possibile, e che la costruzione dell’impianto Polla – Scaffaiolo va nella direzione opposta rispetto a qualunque criterio ragionevole di sostenibilità, tutela dell’ambiente, spesa pubblica e contrasto del cambiamento climatico.
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