Il Laghetto del Cavone, meno noto del più nobile Lago Scaffaiolo, è uno specchio d’acqua artificiale, a fianco del rifugio omonimo, a 1415 metri sul livello del mare, nel Parco Regionale del Corno alle Scale. Un tempo, al suo posto, c’era un acquitrino, formato dal Rio Piano, che oggi è il suo emissario.
Questa sua antica natura di palude, ben si sposa con l’odierna presenza di varie specie di anfibi, in particolare la rana rossa (Rana temporaria), il rospo comune (Bufo bufo), la rana agile (Rana dalmatina) e la sottospecie appenninica del tritone alpino (Ichthyosaura alpestris apuana).
Il dott. Davide Donati ci ha segnalato che quest’abbondante fauna è frutto di un progetto europeo, grazie al quale sono state sospese le immissioni di trote ed è stata realizzata una piccola pozza per la riproduzione degli anfibi.
Oggi, però, sia il laghetto che la pozza attigua soffrono di svariati problemi, come si può leggere nella relazione dello stesso Davide Donati (scaricabile da qui con il suo consenso).
In particolare: la pozza è piena di melma, con il risultato di trasformarsi in una trappola, dove le larve non sopravvivono; l’immissione saltuaria di trote non si è del tutto interrotta, e pare ne sia in programma una consistente, dopo il disgelo; l’acqua del lago viene usata dai cannoni sparaneve, spesso risucchiando gli anfibi nei meccanismi di pompaggio; la gestione è carente, i controlli assenti e infine mancano le informazioni su una presenza così importante di fauna protetta.
Nel documento del dott. Donati, si suggeriscono anche possibili soluzioni, come la vigilanza stretta sulle immissioni di pesci, la pulizia del laghetto e della pozza, l’installazione di cartelli e pannelli informativi, la realizzazione di un staccionata che protegga le rive.
Nei prossimi mesi, ci impegnamo ad ottenere risultati concreti anche su questo (ennesimo) fronte.
Iniziativa encommiabile; aggiungo che ci siamo attivati anche per la tutela di una Flora intetessante che sopravvive sulle rive del laghetto.
Fausto Bonafede