Pubblichiamo la lettera che Renzo Zagnoni, del gruppo Nuèter, ha inviato in questi giorni a diversi organi di informazione. Il tema è quello dei collegamenti tra Porretta e Pistoia e più in generale tra la montagna e i centri maggiori. Spesso si sente parlare di nuovi, urgentissimi progetti di collegamento e della necessità di traforare questa o quella montagna per consentire a chi va da una valle all’altra di risparmiare dieci minuti di viaggio con l’auto privata. Intanto, non ci si preoccupa di utilizzare al meglio quel che già c’è e di sfruttarne le potenzialità.
La situazione catastrofica di strada e ferrovia Porrettana
di Renzo Zagnoni
Ho studiato in ripetute occasioni il traffico transappenninico nel Medioevo attraverso la strada Francesca della Sambuca, che percorreva sostanzialmente l’itinerario della Porrettana fra Porretta e Pistoia, e devo concludere, usando un’espressione un po’ iperbolica, che forse nel secolo XIII ci voleva meno tempo per attraversare il crinale appenninico.
Anche questa mattina sono andato a Pistoia, sono tornato e ho trovato una situazione sempre più catastrofica: oramai Porretta e Pistoia, che hanno avuto da secoli continui e strettissimi rapporti e intensissime comunicazioni, sono separate da un diaframma quasi invaricabile: tre semafori sulla strada Porrettana e la ferrovia interrotta.
Partendo da Porretta il primo semaforo è a Pavana, dove, dopo l’interruzione di tre anni (tre anni!!!) causata dall’immane frana, il semaforo è stato semplicemente spostato un centinaio di metri. In questocantiere, di solito, non c’è nessuno al lavoro: oggi pomeriggio ad esempio c’erano due operai che con due pale spostavano un piccolo mucchio di ghiaia: i potenti mezzi dell’ANAS.
Poi si arriva al semaforo di Taviano, per fortuna più veloce e per fortuna in procinto, speriamo, di essere eliminato, visto che il ponte di collegamento con la piazza del comune è sostanzialmente terminato. Ma anche in questo caso temiamo si vada avanti ancora a lungo, visti i tempi dei collaudi e delle relative autorizzazioni.
Terzo semaforo quello del traforo: in questo caso nessuno mette in dubbio la fondamentale importanza di questa manutenzione, che, dopo anni di totale incuria, si è deciso finalmente di realizzare. Ma anche qui i lavori non si può certo dire che procedano alacremente, anche qui qualche volta si vede un raro mezzo meccanico e anche qui più spesso non c’è nessuno al lavoro. Oggi pomeriggio nessuno e 10 minuti di attesa. I lavori poi non sono organizzati su più turni giornalieri, ma su mattina e pomeriggio, con pausa pranzo e sabato e domenica interruzione completa: alla faccia del propagandato ed esaltatissimo “sistema Genova”, che ha permesso di realizzare il ponte ex Morandi in poco più di un anno. Ma lì si lavorava giorno e notte.
Ma passiamo alla ferrovia: mesi di interruzione e, si dice, forse riapertura in giugno. Motivo un masso caduto sui binari nella zona della galleria della Madonna del Ponte a Porretta. Motivazioni di questo lunghissimo lasso di tempo sembra siano legate alla messa in sicurezza delle pendici, che durerà sicuramente più a lungo, perché anche qui non si vede nessuno, né uomini né mezzi, al lavoro.
Pure sui servizi sostitutivi c’è molto da recriminare, poiché anziché pensare a treni che partano e arrivino alla Venturina, con un servizio di autobus di 3 chilometri fra la Venturina e Porretta che avrebbe implicato un costo bassissimo, si è pensato ad un sistema molto complesso: alcune corse sono sostituite da autobus diretti fra Porretta e Pistoia ed altre arrivano e partono da Pracchia dove in questi casi si trova il treno. Per di più a Porretta non si trova nessuna indicazione sul luogo della fermata dell’autobus: la settima scorsa ho rischiato di perdere la corsa delle 7,15 per Pistoia, perché il sito delle ferrovia metteva le partenze dal piazzale degli alpini, mentre la corriera è partita dalla piazza della stazione intitolata a J.L. Protche, l’ingegnere progettista della linea, che credo si rivolti regolarmente nella sua tomba alla Certosa di Bologna a vedere la sua splendida opera ridotta in questo modo.
Questa, a dir poco catastrofica, situazione per la strada Porrettana è aggravata dall’interruzione, per i secoli dei secoli, del ponte di Sasso Marconi, che rende sempre meno raggiungibile la montagna da Bologna e per il cui recupero corre voce che si sia deciso di conservare il grande arco e ricostruire il resto; ma anche qui i secoli dei secoli.
AGGIUNTA DEL 12 FEBBRAIO: oggi RAI due alle ore 14 ha trasmesso un lungo servizio sulla montagna pistoiese (e in parte bolognese) parlando quasi esclusivamente del Porrettana Express, il treno turistico Pistoia-Pracchia-Porretta, descrivendo le bellezze delle montagna, i luoghi che si possono visitare ecc. ecc. Peccato che se qualcuno vorrà provare l’emozione di questo viaggio, le agenzie, gli uffici informazioni e gli uffici turistici dei comuni dovranno dire che non si può fare perché la ferrovia è interrotta.
Di fronte a tutto ciò sento un silenzio assordante: non sento di proteste né da parte di associazioni, né da parte dei sindaci di Porretta, di Sambuca o di Pistoia, né dagli altri della montagna pistoiese e bolognese.