Fino a due anni fa, l’intero crinale appenninico tra il passo dell’Abetone e la sorgente del Reno era un territorio interdetto alle auto, alle moto, ai quad. Se camminando se ne incontrava qualcuna erano sempre mezzi di soccorso, della forestale, dei rifugisti o dei pochi altri autorizzati. Dall’estate 2020, invece, l’escursionista che scende, o sale, al passo di Croce Arcana, nel bel mezzo del parco dell’Alto Appennino Modenese, s’imbatte sempre più spesso nel rombo di motori a scoppio, nel puzzo di gas di scarico e nei fine settimana in un vero e proprio parcheggio. Il passo infatti è attraversato da una strada sterrata che da Ospitale di Fanano, in provincia di Modena, arriva alla Doganaccia, frazione “sciistica” di seconde case nel comune di Cutigliano (Pistoia). In entrambe le direzioni, però, la circolazione sarebbe vietata. In particolare, sul versante emiliano, dal Capanno Tassoni si dovrebbe proseguire soltanto a piedi. E invece…
E invece, nell’estate 2020, arrivano al CAI dell’Emilia Romagna diverse segnalazioni di auto e moto che se ne infischiano dei divieti, perché la sbarra che chiude la strada non è bloccata in alcun modo. Il CAI scrive una lettera e segnala il problema a chi di dovere (carabinieri forestali, sindaco, assessora alla montagna, presidente dei parchi dell’Emilia centrale). Pochi giorni dopo, la strada per il passo viene chiusa in maniera più efficace, ma il sindaco di Fanano lamenta che il provvedimento crea problemi di sicurezza, perché a Capanno Tassoni non c’è spazio sufficiente per contenere i tanti veicoli che affollano la zona (l’estate è quella successiva alla prima ondata di pandemia). Troppa gente, troppi assembramenti, impossibile rispettare il corretto distanziamento. A quanto pare sono questi i motivi che portano al ripristino della situazione precedente, ovvero a un divieto che non è un divieto. E invece…
E invece, a distanza di due anni, il traffico per la Croce Arcana rimane lo stesso, nonostante le regole sul contenimento della pandemia siano cambiate da tempo. Il CAI allora scrive una nuova lettera, ribadendo la sua ferma contrarietà all’apertura della strada. Pochi giorni dopo, sulla «Nazione», un articolo annuncia: Doganaccia – Ospitale, c’è l’intesa: “Al lavoro per riaprire la strada”. E d’altra parte, già nel marzo 2021, lo stesso quotidiano informava che il bando per la funivia Doganaccia – Croce Arcana era stato assegnato e che il presidente della provincia di Pistoia, Luca Marmo, dichiarava: «l’obiettivo adesso è aprire la strada al collegamento tra Toscana ed Emilia Romagna».
Quindi? Quindi non c’entrano proprio niente le misure sanitarie, la sicurezza dei cittadini, gli spazi limitati al Capanno Tassoni. Il motore di tutto – è proprio il caso di dirlo – sono i progetti di ampliamento degli impianti di risalita, dal Corno alle Scale alla Doganaccia e fino all’Abetone. Progetti di cui fa parte anche la seggiovia quadriposto Polla – Scaffaiolo e nei quali il passo di Croce Arcana dovrebbe diventare un valico per mezzi a motore, tra Toscana ed Emilia, magari scomodando la Storia e sostenendo che quel valico è «sempre esistito». “Sempre” per modo di dire, se pensiamo che l’Appennino è lì da milioni di anni. E comunque: anche molte strade delle nostre città sono “sempre esistite”, eppure alcune sono riservate alle bici e ai pedoni, e nessuno pensa di aprirle alle auto solo perché nel Medioevo ci si girava col biroccio.
Un commento su “Basta motori al passo di Croce Arcana!”