Dal versante toscano dell’Appennino, ci giunge notizia che tre settimane fa la Provincia di Pistoia ha depositato lo studio di fattibilità per la funivia di collegamento “Doganaccia – Corno alle Scale”.
Il progetto, di cui si parla da almeno vent’anni, aveva ricevuto una spinta decisiva nel novembre 2017, quando le Regioni Toscana ed Emilia-Romagna firmarono un protocollo d’intesa con la presidenza del Consiglio dei Ministri (Governo Renzi) per destinare 20 milioni di euro alla «promozione congiunta degli impianti sciistici della montagna tosco-emiliano romagnola».
Si tratta dello stesso finanziamento che renderebbe disponibili i fondi necessari alla costruzione della nuova seggiovia “Polla – Scaffaiolo” (5,8 milioni di euro, secondo i calcoli del 2019, ma molti di più secondo stime più aggiornate)
Il nostro comitato ha sempre sostenuto che quest’ultimo impianto non vuol essere un intervento isolato, ma è parte irrinunciabile dei piani di collegamento con la stazione della Doganaccia (e forse pure dell’Abetone: «il più grande comprensorio sciistico del Mediterraneo!»). Nel valutarne l’impatto ambientale bisogna quindi tenere conto anche degli altri impianti che la sua realizzazione chiama in causa. In gioco, insomma, non c’è soltanto quella seggiovia, ma qualcosa di molto più grosso e molto, molto più devastante per la nostra montagna.
Di fronte a queste argomentazioni, i sostenitori della nuova seggiovia hanno pensato che fosse meglio smettere di propagandare il bersaglio grosso, per non suscitare opposizioni più decise e su più fronti. Meglio fingere di voler costruire soltanto un nuovo impianto – anzi: di volerne sostituire due con uno – salvo poi lascirsi scappare ogni tanto un’allusione a quel che davvero bolle in pentola.
Dal 10 marzo scorso, il segreto di Pulcinella non è più un segreto: lo studio di fattibilità della provincia di Pistoia mette nero su bianco le caratteristiche della nuova funivia. La stazione a valle sarebbe un edificio di tre piani, di fianco al complesso alberghiero della Grande Baita e agli argani di altre due funivie (quella che arriva da Cutigliano e quella, anni fa smontata e ora in riallestimento, per il Passo di Croce Arcana).
La stazione di monte sarebbe a 1780 metri s.l.m, appena sotto la linea del crinale, ma prossima al sentiero 00, al Lago Scaffaiolo, alle piste da sci del Corno alle Scale e quindi all’arrivo, se verrà realizzata, della nuova seggiovia quadriposto che salirebbe dalla Polla. Resta tuttavia un mistero in che modo le persone con gli sci ai piedi potrebbero raggiungere quelle piste, visto che la funivia non scavalcherebbe il crinale. A piedi, con gli sci in spalla? Non crediamo proprio. Con un tapis roulant? Oppure attraverso un tunnel sotto la montagna? Non ci stupirebbe che qualcuno abbia considerato una simile possibilità, considerato cosa ci è toccato sentire negli ultimi anni.
La funivia avrebbe infine due piloni intermedi di sostegno e un costo complessivo di 15,7 milioni di euro (5 milioni dal famoso “protocollo d’intesa”, 2,7 dalla Regione Toscana e gli altri dal Fondo unico per il Turismo).
Contro questo progetto «imposto dall’alto» – che impatterebbe un’area di grandissimo valore ambientale – si è espresso il Partito Democratico dell’Unione comunale di San Marcello Piteglio (PT).
Il documento sostiene che «un progetto di queste dimensioni, oltre che di uno studio approfondito da un punto di vista socio-economico (costi/benefici) e ambientale, necessita di un confronto con i cittadini, le istituzioni locali, le categorie e le comunità locali per valutare assieme le prospettive di sviluppo del nostro territorio e le effettive priorità anche alla luce dei cambiamenti climatici.» La richiesta è che «si apra senza indugio un percorso partecipativo (Legge Regionale n. 46 del 2013) per dare modo a tutti di potersi esprimere prima di decidere in maniera definitiva le priorità per il rilancio della Montagna.»
La critica all’imposizione dall’alto è quindi rivolta dal PD (di San Marcello Piteglio) alla Regione Toscana (sempre a guida PD) e alla provincia di Pistoia (ancora PD). Ma quel che più ci stupisce è un altro passaggio, quando si dice: «prendiamo atto dai fatti che la Regione Emilia Romagna ha ritirato il proprio finanziamento e che le istituzioni emiliane non sembrano adeguatamente coinvolte o interessate nella discussione sul progetto stesso». Non è chiaro in che senso la Regione Emilia Romagna avrebbe ritirato il proprio finanziamento, perché se si parla della funivia Doganaccia – Corno, questa certo non competeva a quella Regione, e se invece si parla della nuova seggiovia Polla – Scaffaiolo, allora purtroppo il finanziamento è stato addirittura aumentato.
Quanto poi al fatto che le istituzioni emiliane non sarebbero interessate alla discussione sul collegamento tra la Doganaccia e il Corno, a noi pare invece che siano molto interessate, ma che abbiano deciso di non darlo troppo a vedere, per evitare che la nuova seggiovia «Polla -Scaffaiolo» venga associata, come dovrebbe, a un progetto ancor più impattante.
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