Una lettera senza risposta.

Lo scorso 8 Marzo il TAR dell’Emila-Romagna ha respinto il ricorso del nostro comitato, «Un altro Appennino è possibile», contro la decisione di costruire una nuova seggiovia quadriposto sul Corno alle Scale, in area protetta, senza sottoporre il progetto a una Valutazione d’Impatto Ambientale.

Abbiamo letto e analizzato le motivazioni della sentenza nel contesto dei drammatici eventi che nel frattempo colpivano i territori della nostra regione. Avvenimenti che obbligano a radicali ripensamenti. Pertanto, prima di ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR, abbiamo ritenuto di chiedere un incontro al presidente Bonaccini e agli assessori competenti per confrontarci intorno ai progetti che riguardano l’Appennino bolognese, e il Corno alle Scale in particolare, alla luce di quanto accaduto.

La lettera che riportiamo è stata inviata il 30 Giugno e ad oggi non ci è pervenuta alcuna risposta.

Questo silenzio ci lascia amareggiati e preoccupati perché testimonia il disinteresse degli amministratori regionali a imparare dai fatti e da “altri sguardi”, tra cui il nostro, nonostante il Comitato e le associazioni che lo costituiscono rappresentino una parte rilevante della società e contengano al loro interno significative competenze.

AL PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA
STEFANO BONACCINI

ALL’ASSESSORE ALLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
IRENE PRIOLO

ALL’ASSESSORE AL TURISMO
ANDREA CORSINI

ALL’ASSESSORE ALLA MONTAGNA E AREE INTERNE
IGOR TARUFFI

Signor Presidente, Signori Assessori,

Vi scrivo, in nome e per conto del comitato “un altro Appennino è possibile”, che come ben sapete si è opposto alla decisione della regione E-R di non ritenere necessaria la VIA per il progetto della nuova seggiovia dalla Polla al lago Scaffaiolo.

La recente sentenza del Tar ha respinto il nostro ricorso con motivazioni che riteniamo inadeguate sotto vari profili e il comitato non intende abbandonare la proposta culturale e politica per cui si è mosso.

I drammatici eventi che hanno colpito così duramente la nostra regione impongono a tutti un grande impegno e una forte convergenza per sanare le ferite, ma la ricostruzione, per non essere cieca, richiede una profonda riflessione e radicali cambiamenti. E‘ necessario rivedere le strategie di tutela del territorio, abbandonando definitivamente attività che appaiono sempre più anacronistiche e addirittura fallimentari; a maggior ragione quando sono attività che vivono sulla immissione di denaro pubblico. In Italia vi sono oltre duecento siti sciistici sotto i duemila metri abbandonati, cattedrali nel deserto che testimoniano già oggi, se ancora ve ne fosse necessità, quanto l’idea della colonizzazione della neve e lo sfruttamento della montagna in quell’unica direzione sia stata anche devastante ed oggi non più sostenibile.

Cosa ci riserverà il futuro dal punto di vista climatico è certo, ce lo dice la scienza al di là di ogni ragionevole dubbio.

Come comitato sentiamo questa responsabilità e vogliamo farcene carico. Pertanto prima di procedere ad ulteriori iniziative, chiediamo a Lei e agli assessori con deleghe direttamente inerenti ai problemi sollevati dal comitato, un incontro per verificare se quanto avvenuto in maggio in Emilia-Romagna e le criticità presenti e pregresse della montagna possano indurre l’amministrazione regionale ad una modifica di orientamenti e di priorità, con particolare riferimento agli interventi per il rilancio dell’Appennino bolognese.

Pur consapevoli dell’enorme impegno a cui siete sottoposti in questo periodo, Vi chiediamo un sollecito riscontro.

Con l’auspicio di una possibile convergenza,

Cordiali saluti.

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