Ma in Regione sanno dov’è il lago Scaffaiolo?

Ieri mattina, sul sito della regione Emilia-Romagna, è comparso un comunicato stampa dal titolo: «Sport e turismo. Riqualificazione e ammodernamento degli impianti di risalita: oltre 7 milioni per 15 progetti di enti pubblici e privati.»
Messa giù così, viene da pensare che i soldi serviranno per sistemare vecchi impianti, sostituire sedili o magari rendere più efficienti motori ormai desueti.


Invece, leggendo il sommario, si viene informati che la spesa complessiva (14 milioni di euro) riguarda anche “nuovi impianti”, e dalle prime righe del testo si evince che il “pacchetto di risorse” servirà, tra l’altro, per “potenziare gli impianti di innevamento”
Già questo sarebbe un pessimo esempio di comunicazione, ma il brutto deve ancora venire.


In fondo al comunicato, un link permette di aprire un ulteriore documento, con il dettaglio dei progetti suddivisi per provincia.
La prima riga parte dicendo che “In provincia di Bologna…”: verrebbe da obiettare che la provincia di Bologna non esiste più, e almeno in Regione dovrebbero saperlo. Ma andiamo avanti.
“…vengono finanziati nel Comune di Lizzano in Belvedere (Bo) 3 progetti che riguardano il Corno alle Scale. Il più consistente è la realizzazione della funivia tra il Corno Alle Scale e il lago Scaffaiolo, un collegamento fra la stazione emiliana e la stazione toscana della Doganaccia, dal costo complessivo di 7 milioni e 86mila euro (824.854 euro da risorse Funt e il restante da “finanziamenti statali e regionali già assegnati)”

Qui davvero chi legge e conosce i luoghi rischia di cascare dalla sedia, mentre chi scrive mescola territori, montagne e impianti di risalita.
Sebbene i progetti della Regione per il turismo invernale somiglino sempre di più a un incubo, nessuno si sogna di costruire una funivia tra il Corno alle Scale (la cima che si chiama così? O l’intera montagna?) e il lago Scaffaiolo. E sebbene, purtroppo, un collegamento tra Lizzano in Belvedere e la Doganaccia sia effettivamente nei progetti di qualche scriteriato, questo non avverrebbe con un unico impianto.


La funivia di cui si parla davvero, da qualche tempo, è tra la Doganaccia, in provincia di Pistoia, e un punto X poco sotto il crinale, oltre il quale si trova il lago Scaffaiolo, in provincia di Modena. Costo stimato: 15,7 milioni di euro, che di certo non competono alla regione Emilia-Romagna, visto che il tracciato di quest’opera inutilissima si troverebbe tutto in Toscana.

Né di certo competono al comune di Lizzano, dove invece si parla, da ancor più tempo, di una nuova seggiovia che raggiungerebbe il rifugio Duca degli Abruzzi, nei pressi del lago Scaffaiolo. Funivia + Seggiovia costituirebbero il famigerato «collegamento»: anche se non è ben chiaro in che modo, d’inverno, con gli sci ai piedi, si potrebbe passare dall’arrivo dell’una a quello dell’altra, visto che di mezzo ci sarebbe pur sempre il crinale (a meno che non vogliano bucarlo con un tunnel).


Rimettendo insieme i pezzi di realtà, si arriva così a comprendere che il comunicato stampa intende riferirsi alla nuova seggiovia Polla – Scaffaiolo, nel comune di Lizzano, il cui costo risulta così lievitato da 5,6 a 7 milioni di euro, come avevamo ampiamente previsto (la Regione aveva già aggiunto 750mila euro e ora il Fondo per il Turismo ne mette altri 825 mila). Un sacco di soldi che, a giudicare da quel che pubblica sul suo sito, la Regione Emilia – Romagna non sa nemmeno dove e per cosa verranno investiti.


Una rapida occhiata agli altri progetti, inoltre, dimostra che poco meno di un terzo della spesa prevista è per nuovi impianti (definiti “sostituzioni”, ma che in realtà comportano nuovi cantieri, nuovi piloni, nuovi plinti di cemento, nuovi impatti, nuove stazioni)


«In provincia di Forlì-Cesena sono previsti due progetti: il primo riguarda la sostituzione della sciovia Fangacci attualmente non utilizzabile dal pubblico e non più revisionabile, con nuovo impianto dal costo di 1 milione di euro (a metà tra Funt e Regione)»


Si noti che questa sciovia (leggi: skilift) fa parte di una stazione (Campigna Santa Sofia) che ha solamente «due piste da discesa con innevamento programmato» situate tra i 1460 e i 1600 metri d’altitudine. Una quota alla quale è assolutamente antieconomico e anacronistico continuare a proporre lo sci da discesa.


«In provincia di Modena, il primo intervento riguarda la sostituzione della seggiovia nel secondo tronco del Cimoncino, dal costo di 2 milioni di euro (finanziati a metà dal Fondo Funt e dalla Regione). Il nuovo impianto verrà realizzato sullo stesso tracciato esistente e consisterà in una seggiovia quadriposto ad aggancio fisso. Oltre alla seggiovia saranno realizzate nuove stazioni di partenza e arrivo.»


Quindi, alla faccia della «riqualificazione e ammodernamento», su un contributo di 7 milioni di euro, circa 2,3 sono dedicati a nuovi impianti, tutti al di sotto dei duemila metri sul livello del mare.
E che dire poi del contributo di 152 mila euro per la seggiovia «Cella del monte Cima est», in provincia di Rimini, con partenza a 1236 metri e arrivo a 1395?
Si dirà che s’intende utilizzarla d’estate, ma che bisogno c’è di una seggiovia per fare centocinquanta metri di dislivello?

Ci viene da commentare che il nostro comitato, dopo essersi esteso alla provincia di Modena e alla Toscana settentrionale, dovrà presto raggiungere o stringere rapporti anche con le altre province dell’Emilia – Romagna, perché l’accanimento terapeutico, lo sperpero di denaro e la minaccia ambientale riguarda ormai l’intero Appennino tosco – emiliano.

Nel frattempo, procede con ottimi risultati la nostra campagna di raccolta fondi per sostenere il ricorso al Consiglio di Stato, contro la decisione del TAR che ha dato il via libera al progetto della seggiovia Polla – Scaffaiolo senza Valutazioned’Impatto Ambientale.

Il crowdfunding su Produzioni dal basso ha raggiunto i 3705 euro con 127 donazioni e 430 euro di bonifici “prenotati” ma ancora non eseguiti.

La cena di autofinanziamento di venerdì 20, alle Cucine Popolari, è andata oltre le nostre aspettative, tanto che abbiamo dovuto aggiungere una dozzina di posti a tavola. Grazie alla generosità di chi è intervenuto (72 commensali), abbiamo raccolto circa 2.300 €.  Di questi, 900 € sono andati alle Cucine popolari che, detratte le spese, ne hanno avuto un buon profitto: abbiamo quindi contribuito alla loro attività di sostegno di tante persone in difficoltà che vivono a Bologna, spesso per strada.

Al nostro comitato sono rimasti quasi 1.400 €, che sommati agli altri ci permettono di superare, in dieci giorni, metà della cifra che dobbiamo raccogliere in un mese (10 mila euro)

Nei prossimi giorni, ci troverete sabato 28 ottobre alla Bisaboga di Montasico, dalle 11 di mattina fino al tardo pomeriggio, per il mercato della Firaboga.

Venerdì 11 novembre saremo invece a Luminasio, per la Castagnata della ricostruzione sociale, insieme agli abitanti della frazione, a PLAT e a Bologna for Climate Justice.

Insomma: in attesa di rivedersi per sentieri, ci si vede per strade e piazze, a ribadire – «pervicacemente» – che un altro Appennino è possibile.

3 commenti su “Ma in Regione sanno dov’è il lago Scaffaiolo?

  1. E` scandaloso. Ma perche` non organizziamo una manifestazione sotto la sede della Regione Emilia -Romagna contro questi provvedimenti. Certo c’e` stata la marcia dei Sollevamenti della terra, pero` dobbiamo provare a far sentire alla Regione e ai cittadini il nostro dissenso per la politica che la Regione e anche il Comune di Bologna portano avanti su tanti progetti (funivia, passante, tram, espansione della edilizia eccetera)in barba al consumo di suolo.

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