10 domande ai comuni della montagna bolognese – #3. Monte San Pietro.

Eccoci alle terza puntata della nostra serie con le stesse 10 domande rivolte alle amministrazioni della montagna bolognese (le altre due sono qui). È la volta di Monica Cinti, sindaca di Monte San Pietro.

Le risorse sono poche: se si impiegano nel settore sbagliato, poi mancano in altri che sono decisivi per lo sviluppo sostenibile. In montagna si intende continuare a sostenere il settore degli impianti di risalita (seggiovie, funivie ecc. a quote inferiori ai 2000 m) oppure no?

Si tratta di un tema che riguarda la Regione ed i Comuni interessati, non direttamente il Comune di MSP. C’è però un tema di risorse e del loro utilizzo, che riguarda invece tutti poichè si tratta di risorse pubbliche.

l cammini hanno dimostrato di essere realmente sostenibili sul piano ambientale (cfr. Via degli Dei) e in grado di creare e mantenere un’economia sana in collina e in montagna. Cosa si propone per dare più “spazio” a percorsi e cammini a piedi? Quali progetti si intendono sostenere?

Il Comune di MSP intende proseguire nella manutenzione e valorizzazione degli 8 sentieri ad anello del progetto turistico “Cuore Colli Bolognesi” che possono essere percorsi sia a piedi che in bicicletta. Siamo inoltre impegnati, insieme agli altri Comuni coinvolti, nella valorizzazione della rinata Via dei Brentatori, nella promo-commercializzazione della Piccola Cassia e auspichiamo che possa chiudersi a breve anche il progetto della bretella che ci collega alla Linea Gotica.

Il turismo sostenibile ed esperienziale, attraverso progetti costruiti in rete tra Comuni dell’Unione e la Destinazione Turistica BO-MO, diviene un’opportunità per valorizzare la cultura e la storia, i saperi, i prodotti, i produttori locali e il commercio di vicinato. 

l tragici eventi delle alluvioni del maggio ’23 hanno messo in luce l’inadeguatezza delle scelte del passato. Si intende fermare la costruzione di nuovi insediamenti in aree ad alto rischio idraulico oppure no?

Per impedire ciò la Regione, che è l’ente deputato, sta lavorando per una pianificazione che tenga conto della crisi climatica nella quale siamo.

La vegetazione in alveo fluviale evita l’erosione delle sponde e diminuisce la velocità dell’acqua durante le piene favorendo la ricarica delle falde. Ciò nonostante si continua a tagliare milioni di alberi lungo i corsi d’acqua della nostra Regione (le famose “pulizie”…), aggravando il rischio idraulico, idrogeologico e ambientale. Si, continuerà a tagliare milioni di alberi lungo i corsi d’acqua della nostra Regione com’è stato fatto fino al 2023? Si intende continuare a tagliare alberi per alimentare le centrali a biomassa?

Sarà il nuovo Piano di Tutela delle Acque a definire la manutenzione migliore per gli alvei fluviali, di competenza regionale. Serve che gli impianti alimentati a biomassa non utilizzino coltivazioni dedicate ma che siano alimentati con scarti della filiera.

La siccità del 2022 ha messo in crisi decine di migliaia di aziende agricole. Anche nel 2023 la scarsità di neve e di pioggia ha creato gravi problemi economici e ambientali. Ridare spazio ai fiumi, allargando gli argini ovunque possibile e costruire casse di espansione, sono le uniche soluzioni possibili. Si intendono attuare progetti in tal senso oppure si vuole continuare con le “pulizie”?

Sarà il nuovo Piano di Tutela delle Acque a definire la manutenzione migliore per gli alvei fluviali, di competenza regionale. 

Le foreste vetuste (foreste abbandonate da lungo tempo) sono le più efficienti per assorbire e stoccare la CO2 nonché per preservare la biodiversità. Quali decisioni politiche si intendono prendere per destinare il 10% delle foreste esistenti a foreste vetuste, a libera evoluzione?

Il Piano di gestione e assestamento forestale viene sostenuto dalla Regione che li finanzia, li approva e ne verifica gli esiti. I piani possono avere durata da decennale a quindicennale e alla loro scadenza possono essere sottoposti a revisione e rinnovati.

Le aree protette sono indispensabili per la difesa della biodiversità e l’economia sostenibile. Eppure le aree protette nella nostra Regione stanno morendo per mancanza di fondi e normativa inadeguata. L’intera macroarea dell’Emilia Orientale ha soltanto 3 guardie; Il Parco della Vena del Gesso Romagnola non ne ha nessuna. Cosa si intende fare per invertire la rotta?

I finanziamenti per le aree protette dovranno essere erogati dall’ente cui fanno capo: il Governo se sono aree nazionali, l’Emilia-Romagna se sono regionali.

Sono luoghi di grande pregio ambientale e occorre che non manchino i finanziamenti necessari.

L’agricoltura biologica è in espansione e sempre maggiori sono le richieste di prodotti che vengono da questo settore; sarebbe indispensabile sostenere meglio l’agricoltura biologica con particolare attenzione alle aziende ubicate in aree protette. Si intende investire in modo sostanziale in agricoltura biologica, nella rinaturazione del 4% dei territori agricoli (come indicato dalla UE) e nel sostegno alle attività tradizionali sostenibili (ad esempio la pastorizia) ?

Il Comune di Monte San Pietro partecipa al Distretto Biologico dell’Appennino Bolognese e promuove le coltivazioni biologiche e l’abbandono dei pesticidi con diverse iniziative.

La caccia, così com’è attuata, costituisce una grave minaccia diretta e indiretta alla biodiversità e ostacola altre forme sostenibili di uso del territorio (per esempio i cammini). Le forze politiche cui ci rivolgiamo intendono continuare a sostenere la caccia con normative ad hoc (es.: calendario venatorio, specie cacciabili, alimentazione delle specie selvatiche a scopo venatorio)?

L’attività venatoria non è regolata dal comune, per cui si rimanda al seguente link: https://www.affariregionali.it/banche-dati/dettaglioleggeregionale/?id=6628

Il consumo di suolo e l’uso crescente delle fonti fossili sono le più gravi e dirette minacce per il clima e la biodiversità. Le forze politiche cui ci rivolgiamo intendono modificare la L.R. 21/12/2017, n.24 per disporre di uno strumento urbanistico che consenta di azzerare seriamente il consumo di suolo? Il trasporto su gomma e gli impianti che producono energia con uso dei combustibili fossili (e biomasse derivate dal taglio di alberi!) sono fonti di gran parte delle emissioni clima-alteranti. Quali scelte si intendono fare per ridurre le emissioni e aumentare l’adattamento delle grandi città alle ondate di calore?

Il contenimento dell’uso di suolo va di pari passo con la rigenerazione del costruito e con la possibilità di desigillare in modo puntuale.

Vi è un ampio patrimonio privato dismesso, specie nel settore produttivo, per cui servono leggi ad hoc che rendano conveniente riqualificare quanto già edificato, piuttosto che nuove porzioni di suolo fertile.

Nel nostro mandato ci impegniamo a favorire lo sviluppo di una cultura ecologica al fine di ripristinare la relazione tra essere umano e natura, attivandoci in prima persona con una pianificazione mirata e promuovendo stili di vita sostenibili attraverso una costante informazione alla cittadinanza e ai portatori d’interesse. Proseguiremo le attività per il raggiungimento degli obiettivi del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Perseguiremo lo sfidante obiettivo di strutture pubbliche energeticamente autonome, proseguendo nell ’efficientamento e riqualificazione energetica degli edifici pubblici per la riduzione dei consumi; punteremo sulla produzione da energie rinnovabili valutando anche sistemi innovativi, dirigendoci verso l ’elettrificazione dei consumi.

Utilizzeremo, ove possibile, sistemi di accumulo dell’energia e la condivisione della stessa tra edifici comunali per la massimizzazione dei benefici economici. Continueremo a promuovere le energie rinnovabili, le comunità energetiche e l’autoconsumo collettivo fra cittadini e imprese del territorio. 

Ci impegneremo con tenacia presso gli enti preposti nel favorire un sistema di trasporto pubblico che connetta le frazioni ai comuni limitrofi e al capoluogo con una reale interconnessione tra i diversi mezzi di trasporto alternativi a quello privato. Cercheremo le risorse economiche necessarie alla realizzazione dei percorsi ciclo-pedonali lungo il Lavino e il Landa.

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