La montagna non si arrende!

    1. Terza mobilitazione nazionale diffusa nelle Terra Alte

    Domenica 9 febbraio, in tutt’Italia, da Bormio a Potenza, si terrà la terza mobilitazione nazionale diffusa nelle Terra Alte, dopo «Reimagine Winter» e «Ribelliamoci alpeggio».

    A un anno esatto dall’inaugurazione delle olimpiadi invernali di Milano-Cortina, ribadiamo la nostra pervicace opposizione a progetti che devastano gli ecosistemi montani, producono dissesto idrogeologico, consumano acqua e suolo, cercando di aggirare la crisi climatica con “soluzioni” che la aggravano sempre di più.

    L’appuntamento organizzato da APE Bologna («Al Corno senza (r)impianti») prevede un raduno, alle 9.30, per le auto a Ospitale di Fanano (MO), per poi salire a Capanno Tassoni con il minor numero di mezzi possibile. Da lì si raggiungerà il passo di Croce Arcana, lungo la strada forestale che qualcuno vorrebbe trasformare in un collegamento con la provincia di Pistoia aperto alle quattro ruote, con pedaggi e parcheggi lungo il percorso.

    Dal passo, solo con attrezzatura per tratti ghiacciati (ramponi e piccozza) e con la dovuta esperienza, è possibile seguire il crinale fino al lago Scaffaiolo, ma bisognerà tener conto anche delle condizioni meteorologiche.

    Per ulteriori informazioni, rimandiamo al sito di APE Bologna.

    2. Dopo l’assemblea regionale dei movimenti ambientalisti

    Lo scorso 25 gennaio, il nostro comitato ha promosso l’assemblea regionale dei movimenti ambientalisti, insieme a RECA, Legambiente Bologna, Comitato Besta e altre associazioni.

    Abbiamo partecipato ai diversi tavoli di lavoro e a breve pubblicheremo i documenti che sono stati prodotti. Ci è sembrata una tappa importante nella costruzione di una rete tra tutte le vertenze che riguardano l’ambiente nella nostra regione.

    3. Una guida delle valli di Reno e di Setta per la collana «Nonturismo»

    Sabato 1 febbraio, al Poggiolo di Monte Sole, sono iniziati i lavori della «redazione di comunità» impegnata nella stesura di una guida «nonturistica» delle valli di Reno e di Setta.

    Il progetto vede coinvolto il nostro comitato, sia tra i partecipanti che tra gli organizzatori, insieme all’associazione Sineglossa che cura questa collana di guide, scritte da chi abita i luoghi, per Ediciclo editore.

    Qui trovate maggiori informazioni sul progetto. Di seguito, le parole dello scrittore Wu Ming 2, curatore della guida.

    «L’Appennino bolognese vive un periodo di grandi trasformazioni. Lo spopolamento dei borghi, che pareva inesorabile, negli ultimi anni ha conosciuto una battuta d’arresto, e in alcuni territori una vera e propria controtendenza.

    Non sono più soltanto le famiglie di origine straniera a scegliere di vivere in montagna, per gli affitti più bassi rispetto alla città. Giovani coppie e piccole comunità si spostano da Bologna, non solo con la residenza, ma con il lavoro, la scuola, le attività culturali. Il fenomeno della «restanza» si diffonde anche nelle valli del Reno, Setta, Sambro, Samoggia. Una piccola rivoluzione che può dare grandi benefici socio-economici solo se la si sostiene con servizi e progetti adeguati: diritto allo studio, occupazione, mobilità, salute, turismo.

    Quest’ultimo può essere un importante veicolo di conoscenza e di valorizzazione, a patto che non si comporti come un’industria estrattiva. Il cambiamento climatico impone di ripensare i vecchi modelli dello sci da discesa, della settimana bianca e della “villeggiatura”. Cammini come la “Via degli Dei” dimostrano il grande interesse per i paesaggi dell’Appennino, ma si concentrano su una striscia di territorio. Oltre a moltiplicarli, è fondamentale mettere sulla mappa le buone pratiche invisibili, le alternative all’abbandono, le strategie abitative che non consumano suolo, le reti mutualistiche, le persone che ogni giorno curano le terre alte, con importanti ricadute anche a valle.

    La «guida nonturismo», costruita con un processo collettivo, crea legami tra i soggetti che la scrivono e permette di raccontare i luoghi dal punto di vista di chi li mantiene vivi, contribuendo a farlo con maggiore forza»

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